Noto spesso, verso le fotografie un fare spregiudicato. Ci si affretta a leggerle, a trovare nel soggetto spunti per una storia personale. Vengono elette a simboli inclusivi, mediatrici della realtà condivisa. Qualcuno con logica e allenamento ne decreta un significato preciso poi le mette insieme e (se è stato bravo) ne fa un racconto interessante. Ma per le fotografie si tratta solo di una storia nella storia. A me piace guardarle anche nella loro parzialità e le trovo piene di pace.